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Dalla Tunisia col barcone per ricongiungersi con la madre: arriva l’ordine di espatrio

Il legale ricorre al giudice di pace: «È nata a Catania e qui ha frequentato l'asilo, poi il padre la portò via. Adesso ha vent'anni e vuole stare con la mamma»

Ha tentato di raggiungere la madre rimasta in Sicilia, dove è nata 20 anni fa, arrivando con un barcone a Pantelleria, ma ha avuto notificato dalla questura di Trapani un decreto di espatrio sei giorni dopo il suo arrivo, il 25 agosto scorso. Contro questo provvedimento il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, ha presentato un ricorso alla sezione migranti del giudice di pace di Catania che ha fissato l’udienza camerale per il prossimo 10 ottobre.

«In questo caso è giusto parlare di Ius soli», dice l’avvocato Giuseppe Lipera, che ha impugnato l’ordine di espulsione della ventenne, figlia di due genitori tunisini che si erano trasferiti a Catania, in possesso di regolari visti e permessi, nel 2000. Tre anni dopo nel capoluogo etneo è nata la ragazza oggi ventenne. «A Catania - spiega il legale - da bambina ha frequentato l’asilo, ha imparato a camminare e a parlare, finché, a causa di incomprensioni e liti domestiche, il padre, senza alcun preavviso, arbitrariamente, è tornato in Tunisia, portandola con sé all’insaputa della madre. A nulla sono servite le querele sporte dalla madre, nei confronti dell’ex marito».

La ventenne, ricostruisce l’avvocato Lipera, «non ha più potuto fare rientro in Italia senza il consenso, mai prestato, del padre che l’aveva sottratta in segretezza alla madre». Diventata maggiorenne, la giovane ha iniziato l’iter per poter fare rientro in Italia e riabbracciare la madre, ma non è riuscita a ottenere i permessi per raggiungere Catania e la mamma. Ha quindi deciso di tornare in Sicilia, «dove è nata - ribadisce il legale - costretta a pagare una somma assai elevata per raggiungere l’isola a bordo di un gommone affollato, rischiando la propria vita in mare».

La madre, ha mantenuto i rapporti con la figlia grazie ai nonni materni e ai suoi viaggi della donna in Tunisia e le ha spesso inviato somme di denaro. «La ventenne - conclude l’avvocato Lipera - ha sempre manifestato il proprio desiderio di tornare nella sua città natale insieme alla madre».

 

 

 

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