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Catania, aggrediti un uomo e una donna soccorritori volontari dell’associazione Anpas Sicilia

In servizio per il 118, erano stati chiamati per un passeggero in evidente stato di alterazione su un autobus

Due soccorritori volontari della pubblica assistenza Anpas Sicilia emergenza one, un uomo ed una donna, stamane (18 dicembre) a Catania sono stati aggrediti mentre erano in servizio per il 118. Lo rende noto la stessa Associazione nazionale pubblica assistenza.

I due volontari, attivati dalla centrale operativa 118 dopo la chiamata di un autista del servizio urbano per un uomo in evidente stato psico-fisico alterato a bordo di un autobus, sono arrivati sul posto, in via Cifali, per prestare le prime cure. Alla richiesta dei documenti per la compilazione della scheda sanitaria, però, l’uomo è andato in escandescenze, iniziando a imprecare e aggredendo i soccorritori, che sono stati colpiti violentemente dall’uomo e per questo trasferiti nell’ospedale Garibaldi. Il soccorritore ha riportato la frattura di un dito con una prognosi di 30 giorni. L’autista ha subito un trauma cranico.
In una nota Anpas Sicilia si dice «vicina alla pubblica assistenza catanese e ai due volontari soccorritori che hanno subito questo vile attacco mentre prestavano un servizio utile alla comunità» e ricorda che «nel 2020, dopo le tante denunce di Anpas nazionale rispetto ad aggressioni subite da volontari e volontarie, un ddl per punire la violenza contro gli operatori sanitari è diventato legge: sanzioni da 500 a 5 mila euro e con la reclusione da 4 a 10 anni (per lesioni gravi) e da 8 a 16 anni (per lesioni gravissime)».
«Siamo dell’idea - dice il presidente di Anpas Sicilia, Lorenzo Colaleo - che chi porta soccorso debba essere tutelato sempre, ancora di più se a farlo sono i volontari cioè uomini e donne che mettono il proprio tempo a disposizione della comunità andando, di fatto, a colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni. I due soccorritori hanno tutto il nostro sostegno. Li ringraziamo per quello che fanno ogni giorno e auguriamo loro una pronta guarigione».

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