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Lo stupro di Catania, le donne scendono in piazza e chiedono più sicurezza

Varie associazioni si sono ritrovate oggi (mercoledì 7 febbraio) davanti alla prefettura della città etnea

Circa 300 persone hanno preso parte a Catania ad una manifestazione di protesta delle donne della città - di Cgil, Udi, la Ragnatela, Città felice, Fare stormo il Cerchio delle donne, Fnism Catania, Femministorie, Auser, Anpi, Antimafia e legalità, Governo di lei, Immagina Motta Sant'Anastasia, Memoria e futuro, Rete restiamo umani, Rete studenti medi, Shamofficine, Sunia Catania e Sicilia e Udu - che si sono date appuntamento davanti la Prefettura dopo la violenza sessuale subita dalla tredicenne nella Villa Bellini nei giorni scorsi, per chiedere di essere ricevute dal prefetto.

«Ti arrivi il nostro abbraccio, sorella. Ti arrivi la nostra solidarietà e la nostra rabbia. Non ti lasceremo sola. Non consegneremo te e le donne della nostra città alla cultura dello stupro, della violenza sul nostro corpo, della sessualità tossica, del dominio sull’altro, del femminicidio. Chiediamo attenzione e rispetto delle regole, controllo e ascolto, servizi per le donne. Chiediamo alle istituzioni un risveglio civile. Chiediamo maggiore sicurezza per tutte e tutti».

Una delegazione è stata ricevuta nel tardo pomeriggio di oggi (7 febbraio) dal prefetto Maria Carmela Librizzi, a cui è stata espressa «una grande preoccupazione in merito alla sicurezza della città, che ha intrapreso una pericolosa discesa sociale, economica ed etica».

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