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Morì per un'infezione, il Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania condannato per danni

La sentenza dei giudici assegna un risarcimento di 600 mila euro al marito e ai due figli

Il Tribunale di Catania ha condannato il Policlinico-Vittorio Emanuele a pagare oltre 600 mila euro di risarcimento danni al marito e ai due figli di una donna morta nel 2014, a 60 anni, dopo tre mesi di agonia. L’azienda ospedaliera è stata riconosciuta colpevole di avere causato l’infezione che ha portato al decesso della paziente. Il procedimento è stato avviato dai familiari con l’assistenza degli avvocati Dario Seminara e Lisa Gagliano, dello lo studio Seminara&Associati.

Per il Tribunale, «a seguito dell’inadempimento dell’Azienda, e dei sanitari in servizio presso la stessa, la paziente ha subito una gravissima infezione che la ha portata alla morte». Secondo la consulenza tecnica d’ufficio la morte «è da attribuire a shock settico originatosi dopo un’infezione nosocomiale durante la degenza all’ospedale Ove-Ferrarotto di Catania».

Per il giudice «è pianamente sostenibile l’assunto che se la signora» fosse stata ricoverata e assistita in una struttura sanitaria pulita, sarebbe stata esposta solo ed esclusivamente ai rischi legati alla sua cardiopatia e all’intervento di cardiochirurgia, ma certamente non avrebbe contratto la temibilissima infezione nosocomiale che ha giocato un ruolo decisivo nella causa del decesso».
Il giudice ha dunque condannato l’Azienda ospedaliera al pagamento di 75.050 euro ai tre familiari come risarcimento danni iure hereditas, più un risarcimento danni iure proprio in favore del marito (201.900 euro), del figlio (161.250 euro) e della figlia (168.250 euro) della paziente deceduta. La sentenza di primo grado del Tribunale di Catania potrebbe essere oggetto di ricorso in Appello.

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