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«Non sei un buon padre, guarda che amicizie ha tua figlia»: a Mascali dopo le accuse prima la lite e poi l'accoltellamento mortale

Giampiero Blanco è in carcere per omicidio: è accusato di avere colpito con le forbici più volte Antonio Raciti al torace e alla carotide. Proprio le ferite alla gola sono la causa dell'emorragia che lo ha stroncato

Una lite finita in omicidio: il centro di Mascali, comune di quasi 15 mila abitanti vicino a Giarre, in provincia di Catania, è stato scosso dal fatto di sangue verso le 13 di oggi, 26 giugno, quando un uomo, accusato da un altro di non essere un buon padre a causa delle amicizie della figlia, ha impugnato un paio di forbici e si è scagliato contro l’avversario, colpendolo più volte al torace e alla carotide.

I carabinieri della stazione di Mascali hanno arrestato in flagranza per omicidio Giampiero Blanco, di 40 anni, disoccupato, già gravato da precedenti di polizia per porto abusivo di armi e ricettazione. Sarebbe stato lui ad accoltellare Antonio Raciti (nella foto), quarantunenne, operaio edile, con cui aveva avuto uno screzio già ieri: i due uomini, che si conoscevano da tempo poiché vivono nello stesso quartiere, avrebbero avuto un diverbio solo verbale per lo stesso motivo e verso l’ora di pranzo, sempre in via Roma, a Mascali.

Dopo l’accoltellamento, Raciti è stato trasportato all’ospedale a Giarre, mentre i carabinieri nel giro di pochi minuti hanno compreso chi poteva essere l’aggressore: si soni diretti verso l’abitazione dell’accoltellatore, e lo hanno trovato con indosso la maglietta inzuppata di sangue, quasi sicuramente di Raciti, dal momento che lui era illeso. Nell’abitazione sono state trovate anche le forbici.

Sul posto sono quindi giunti anche i militari della Sezione Investigazioni Scientifiche, che hanno condotto il delicato sopralluogo e repertato, tra le altre, cose anche l’arma del delitto, con evidenti tracce ematiche. Il ferito, raggiunto l’ospedale di Giarre, è stato immediatamente portato in sala operatoria e sottoposto a diversi interventi chirurgici nella speranza che potesse essere stabilizzato e condotto presso il reparto di Chirurgia Vascolare dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Purtroppo, per il sopraggiungere di un’emorragia massiva, verosimilmente causata della lesione dell’arteria carotidea, è deceduto alle 17, mentre i medici stavano ancora tentando di salvarlo. L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza, in isolamento, a disposizione dell’autorità giudiziaria. La salma di Antonio Raciti, invece, è adesso nell’obitorio del Policlinico di Catania per essere sottoposta a esame autoptico da parte del medico legale.

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