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Il "Rito della Luce" sospeso a Catania da una diffida dei vigili del fuoco

"Non ci sono stati margini di mediazione, non c'è stata condivisione di scelte, nessuna apertura nè negoziazione: adesso chi ha spento la luce della bellezza deve assumersi la responsabilità", sottolinea il mecenate Antonio Presti, presidente di Fiumara d'Arte e organizzatore dell'iniziativa

CATANIA. Candele spente e cuori accesi: stamattina all'Istituto Vespucci di Catania si smonta il Rito della Luce, l'evento atteso da oltre 50mila persone, che ieri è stato sospeso a seguito di una diffida dei Vigili del Fuoco, giunta il secondo giorno dell'evento.

«Non ci sono stati margini di mediazione, non c'è stata condivisione di scelte, nessuna apertura nè negoziazione: adesso chi ha spento la luce della bellezza deve assumersi la responsabilità - sottolinea il mecenate Antonio Presti, presidente di Fiumara d'Arte e organizzatore dell'iniziativa - non conosco ancora le motivazioni ufficiali del divieto, so soltanto che quest'atto amministrativo ha ucciso i sogni di madri, figli e insegnanti, che hanno lavorato duramente per rendere magica e universale questa manifestazione».

«I responsabili - prosegue Presti - devono prima di tutto chiedere scusa ai bambini e alle loro famiglie per quanto è accaduto. Mi rivolgo alle Istituzioni, al sindaco Enzo Bianco, alle due Presidi coinvolte e al comando dei Vigili del fuoco, assenti in questo momento di delusione e amarezza. Eticamente e moralmente è un atto dovuto». Oltre cento persone hanno smontato installazioni, opere, allestimenti che per mesi hanno impegnato associazioni, artisti, genitori, insegnanti e quanti ogni anno si stringono intorno a Presti per illuminare la città, attraverso un percorso spirituale. «Se lo avessimo saputo con anticipo - continua Presti - non avremmo certo mobilitato quel popolo di volontari che crede nei valori e spera in un futuro diverso: rigenerato, rispettoso dei giovani, illuminato dall'arte, sostenuto dall'impegno di pochi per molti». Ed è proprio a questi ultimi che il mecenate rivolge le sue parole di speranza: «Desidero ringraziarvi - dice a quanti hanno collaborato alla realizzazione del Rito - perchè i portatori della vera conoscenza siete voi».

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