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Esce l'album di Mario Biondi: c'è anche un omaggio in siciliano al padre Stefano

Nuovo album per il catanese Mario Biondi

«Il mio disco più personale». Così il cantautore catanese Mario Biondi parla di Romantic, il suo nuovo album uscito oggi dedicato all’amore in tutte le sue forme, dal legame di coppia a quello fraterno, all’amore per i genitori e i figli (lui ne ha ben nove). E non a caso ha scelto di inserire, tra i sei brani inediti e le nove rivisitazioni di standard dal repertorio internazionale, anche Tu Malatia, in lingua siciliana, cui il crooner è molto legato perché scritto dal padre Stefano Biondi. «Ero molto geloso del rapporto con mio padre. E per questo non volevo riproporla. A convincermi è stato il mio manager. È stato un passo importante per uscire dalla mia timidezza». Ma Biondi che padre è? «Presente, ma lasciandolo liberi i miei figli di fare la loro vita, perché loro non sono né delle madri né dei padri che li hanno generati e li devono tutelare, ma nessuno può arrogarsi il diritto di tenere un figlio per sé», e il riferimento non tanto indiretto è a una delle sue figlie, che vive lontano da lui, allontanata dalla madre.

Un disco sull'amore, mentre alle porte di casa infuria la battaglia. E l’Europa e il mondo intero vivono incertezza e paura. «Non è facile pubblicare un album in questo momento. Mi sento abbastanza angosciato, triste, pieno di domande e perplessità. Ho tanti amici tra Russia e Ucraina e con alcuni non riesco più a mettermi in contatto da giorni», racconta Biondi che quei luoghi - Kiev, Odessa, Leopoli - li conosce bene per averli frequentati da artista in concerti e festival. «Gli ucraini sono un popolo molto ospitale, con un forte senso della patria. È un dolore vedere cosa sta succedendo». Nei giorni scorsi il cantate aveva in calendario anche un concerto a Mosca, che ha deciso di cancellare. «La mia non è stata in nessun modo un’azione sovversiva nei confronti dei miei amici russi. Non ci sembrava il caso di andare a fare festa. E non si può generalizzare: non tutti i russi vogliono la guerra. Putin non è il popolo russo».

Anche il disco in qualche mondo vuole essere un messaggio di pace. «In alcuni brani rispecchia il suono e il carattere degli anni Settanta, gli anni in cui la musica ci ricordava che la guerra è solo fonte di dolore. Ognuno di noi ha una vena romantica e spera che le problematiche si risolvano con il buon senso, con l'amore per il prossimo, non con violenza o ostilità». Romantic, («un progetto eterogeneo, nel quale il jazz si sposa con il il soul, il classico con il napoletano: tante sfaccettature dei miei ascolti») è caratterizzato dalla produzione curata dallo stesso Mario Biondi con Massimo Greco e David Florio: tutti i brani sono stati registrati in analogico, scelta che conferisce un suono molto caldo all’album.

Dei sei inediti, quattro sono in lingua inglese (Romantic Song, If I love you, Loneliness e  Prisoner), uno in italiano (Fino all’ultimo respiro, scritto da Maurizio Fabrizio) e uno in napoletano, Ricuordate, con Lina Sastri, la sola ospite del progetto. «L'unica che poteva far parte di questo mio mondo così delicato. Senza di lei non avrei inciso il brano». Tra le rivisitazioni Going Out of My Head (la versione di Dionne Warwick del brano di Little Anthony & The Imperials reso celebre da Frank Sinatra), What's Going On (la versione di Les McCan del celebre brano di Marvin Gaye), Papa Loves Mambo (Perry Como) e Take It As It Comes (la versione inglese di Prendila così di Lucio Battisti). «Quando scelgo i brani lo faccio di pancia o per un affetto pregresso. O qualche volta accetto i suggerimenti di Alexa: li prendo come un segno».

Il 30 marzo Mario Biondi partirà con la prima parte del tour internazionale, che lo porterà in Uk, Svizzera, Spagna, mentre dal 5 maggio, da Enna, prenderà poi il via il tour teatrale in Italia. «Mi astengo sul giudizio di come è stato gestito lo stop agli spettacoli dal vivo: è come sparare sulla Croce Rossa. Piuttosto non riesco a capire come le radio nazionali invece di supportare la musica nazionale si siano sottratte, con una programmazione al 70 per cento di musica straniera. E allora io non ascolto più la radio».

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