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La mostra sui Gagini chiude a Bronte, la sovrintendenza: seconda tappa a Caltagirone

Il museo diffuso sulle opere dei Gagini chiude a Bronte il primo appuntamento dell’itinerario etneo «con grande successo di pubblico». La soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Catania, Irene Donatella Aprile, soddisfatta ha annunciato: «A breve ci sarà già la seconda tappa a Caltagirone, anche qui d’intesa con la relativa diocesi, dove auspico che la mostra riscuota lo stesso successo registrato a Bronte».

L’esposizione su questa famiglia di scultori palermitani (originari del Canton Ticino) simbolo del rinascimento siciliano, fa parte del progetto «Sicilia Terra di approdi: i Gagini di Bissone – Museo diffuso delle opere nella provincia di Catania», finanziato dalla Regione Siciliana.

Guide d’eccezione alle principali visite, presso la «Pinacoteca Nunzio Sciavarrello» di Bronte, oltre al suo presidente Carmelo Indriolo, il rettore del Santuario dell’Annunziata, monsignor Nunzio Capizzi, e l’architetto Luigi Longhitano, rispettivamente promotore e direttore dei lavori di restauro (anno 2020) del gruppo marmoreo dell’Annunziata con l’Angelo (1543) di Antonino Gagini (figlio di Antonello e nipote di Domenico).

Indriolo ha parlato di «grande successo di pubblico e vasto consenso culturale e sociale, con oltre 500 visitatori, in particolare studenti, dell’istituto superiore Radice e del liceo artistico (afferente all’Istituto Superiore Capizzi) di Bronte, e una vasta rappresentanza delle principali associazioni cittadine: Fidapa, Telefono Rosa, Club Donne insieme, Rotary Aetna Nord-Ovest, Circolo di Cultura, Circolo Operaio, SiciliAntica Bronte-Maletto, Pro Loco». Indriolo, infine, ha sottolineato «la riscoperta di una stagione importante della storia della cultura italiana» e, nel particolare, «il forte richiamo allo spirito identitario della comunità brontese, espresso attraverso il culto per l’Annunziata».

Secondo padre Capizzi «la mostra ha fatto conoscere meglio sia la storia culturale dei Gagini, della loro formazione e della loro opera, e sia alcuni particolari relativi al restauro del gruppo marmoreo dell’Annunziata, realizzato con le offerte dei fedeli brontesi». E sugli incontri con gli studenti ha chiosato: «Hanno consentito di approfondire l’espressione che la fede assume nelle opere d’arte, valorizzando tutto ciò che è autenticamente umano. Il dialogo con i giovani ha fatto risaltare l’importanza dell’immagine nel processo comunicativo e, di conseguenza, nella riflessione sul contenuto della fede cristiana».

La mostra era stata inaugurata un mese fa, alla presenza, fra gli altri, del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dell’arcivescovo metropolita di Catania, monsignor Luigi Renna, del sindaco Pino Firrarello, e dei soprintendenti ai Beni culturali di Reggio Calabria e Catania, Fabrizio Sudano e Irene Donatella Aprile, la quale oggi ha commentato: «La sinergia con le diocesi, i comuni e le scuole sancisce, ancora una volta, come la forza di una squadra possa determinare il successo di un’iniziativa culturale di tale spessore, nel caso specifico sui Gagini, artisti straordinari, grandi “imprenditori” e amanti della bellezza unica».

La soprintendente Aprile ha concluso: «L’idea della Soprintendenza su un museo diffuso, condivisa dalla Regione Siciliana, ha una sua base di originalità con il fine di far conoscere le opere gaginiane presenti nel territorio etneo. A breve ci sarà già la seconda tappa a Caltagirone».

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