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Milo, «il centro di gravità permanente» del maestro Battiato

Franco Battiato

«Franco Battiato aveva scelto Praino, borgo ai piedi dell’Etna, e Villa Grazia, ritrovo di artisti e amici, come centro di gravità permanente della sua vita»: a ricordarlo con queste parole è il sindaco di Milo Alfio Cosentino in una testimonianza alla videorubrica Accadde in Città sul sito dell’Anci, a un anno dalla scomparsa del maestro che ha rivoluzionato la musica italiana.

«Battiato aveva un profondo legame con la sua terra e, lasciata Milano, si era stabilito a Milo», prosegue il sindaco: «Da poco si è aperta una Campagna di crowdfunding, una raccolta fondi promossa dalla Pro Loco del Comune di Milo per sostenere il progetto Milo Battiato Dalla per la realizzazione di una statua in bronzo a grandezza naturale. Dal 18 al 22 maggio - conclude Cosentino - nel territorio del nostro Comune è in programma un seminario come omaggio ad un artista che, per sentire il suono del mondo, sapeva ascoltare il silenzio attraverso momenti di raccoglimento e meditazione in diversi linguaggi religiosi e spirituali».

Angelo Branduardi lo ricorda come «il suo amico geniale». L’artista catanese e il menestrello si erano incontrati nel 1973 a Roma, al Festival Rock di Villa Pamphili, Battiato si esibiva con il cantautore Juri Camisasca, tra loro un lungo sodalizio e una profonda amicizia che durò per anni - spiega Branduardi - io invece mi esibivo da solista». L’apice tra i due artisti fu raggiunto con L’infinitamente piccolo: «ci vedemmo nel suo studio senza aver letto il testo e senza neppure averlo ascoltato. Cantammo insieme Il sultano di Babilonia e La Prostituta, un bellissimo duetto che si è rivelato un successo».

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