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In mostra a Riposto i reperti archeologici sequestrati dalla guardia di finanza

L'inaugurazione della mostra alla presenza del presidente della Regione Nello Musumeci

Una selezione di oltre 200 reperti di epoca greca e romana sequestrati dalla guardia di finanza e confiscati sono da oggi pomeriggio in esposizione permanente nella sede della compagnia della guardia di finanza di Riposto, la caserma Nunzio Inzerilli.

L’esposizione è stata inaugurata con l’allestimento e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania durante una cerimonia alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Nello Musumeci, il comandante provinciale della guardia di finanza Antonino Raimondo, il prefetto Maria Carmela Librizzi, il rettore Francesco Priolo.
In mostra vi sono vasi, anfore, coppette, scodelle, boccali, brocche, pesi da telaio, lucerne, un bassorilievo in marmo, monete greche, romane e bizantine e icone di varie misure, tutti reperti trovati e sequestrati il 25 ottobre 2007 in una lussuosa villa nell’ambito di una complessa indagine in materia di legislazione antimafia; il 7 aprile 2008,durante una perquisizione domiciliare ed il 12 marzo 2018 in una struttura ricettiva durante un controllo fiscale.

«In tal modo - afferma una nota delle fiamme gialle - si è potuto raggiungere l’importante obiettivo di rendere fruibile il patrimonio pubblico per un’azione di sensibilizzazione alla conoscenza e di promozione della crescita culturale, veicolando in modo concreto sul territorio non solo il valore storico della memoria, ma anche l’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità».

«Questa mostra - ha detto Musumeci - è un omaggio al lavoro delle forze dell’ordine e in particolare della guardia di finanza per essere riuscita a recuperare un vasto patrimonio culturale sottratto alla fruizione e allo Stato, ma è anche un segno evidente di collaborazione tra le istituzioni. Abbiamo la necessità di rimettere assieme questo ampio tesoro» archeologico, che non è minore. Non si tratta solo di opere e reperti trafugati, ma anche di quelli stipati nei depositi regionali o statali. Se li utilizzassimo potremmo aprire molti altri musei. Per questo, con la Carta di Catania che abbiamo sottoscritto due anni fa, abbiamo elaborato un progetto per affidare provvisoriamente ai privati questi beni e farli fruire e ammirare anche nelle strutture ricettive. Il patrimonio culturale - ha concluso il presidente della Regione - è un motore di crescita della nostra Isola».

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