Delfo Torrisi davanti ad un grande tavolo: e davanti a lui, bottiglie di grappa e acqueviti; e bicchieri di foggia diversa per accogliere i superalcolici che egli beve incessantemente. Rievoca la sua ultima giornata prima della catastrofe; e il suo ricordo narrato è racchiuso tra l’ascesa e la conseguente discesa dei gradini di una grande scalinata. Ascesa: come quella che l’ha portato -lui, figlio di netturbino- alla direzione dell’Istituto di medicina legale. Discesa che lo conduce all’obitorio dove il destino -benevolo sinora- assumerà le sembianze di un crudele esattore.
Delfo è solo davanti ai suoi bicchieri: ed a loro, pubblico indifferenziato, racconta brani della sua vita e dei personaggi che l’hanno animata. E, nel racconto, i bicchieri assumono identità, diventano essi stessi personaggi, pupi anzi, e anche pedine di una partita a scacchi senza rivincita. Mano a mano che il racconto procede, Delfo assume consapevolezza d’essere stato uomo senza qualità, pur se dotato di un olfatto prodigioso e di una dirompente e disperante carica sessuale; e il narratore Delfo si fa impietoso, ironicamente beffardo, grottesco, contro se stesso e contro tutti i personaggi che hanno popolato la sua vita; il suo racconto è a volte comico, ma soltanto per disperazione.
Attraverso il suo racconto Delfo recupera il linguaggio dei padri, la lingua siciliana, antica ma fluente; e dai suoni, dalle espressioni di questa lingua si lascia attraversare sino ad immergersi in essa. Oralità, pupi, lingua siciliana: elementi della tradizione di Sicilia che la scrittura e l’interpretazione di Nino Romeo e la regia di Pippo Di Marca intendono innestare nella dimensione teatrale che più pertiene e appartiene loro: quella della contemporaneità.
Presentato a Catania, nel febbraio 2006, lo spettacolo è stato proposto, nello stesso anno, al Palermo Teatro Festival e in Calabria; nel 2007 al Piccolo Teatro di Milano, nell’ambito della rassegna internazionale di drammaturgia contemporanea Tramedautore; nel gennaio 2009 al Meteateatro di Roma; nel novembre 2011 e nel dicembre 2012 Catania e, sempre nel 2012, in decentramento regionale. La novella Post mortem, commissionata nell’anno 2000 a Nino Romeo dalla Biennale delle Isole, premio letterario promosso dall’Università di Corsica e diretto da Giacomo Thiers, dalla quale è tratto il testo teatrale, è edita da Prova d’Autore, Catania.
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