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Cristiano De André nel segno del padre

I concerti a Zafferana Etnea e a Marina di Modica. «E se posso vado a Trapani per mangiare il cous cous»

Da padre in figlio, le canzoni di Fabrizio continuano a vivere nella voce e negli strumenti di Cristiano De André, che porterà martedì a Zafferana Etnea e mercoledì a Marina di ModicaDe André canta De André. Due concerto, quelli all’Anfiteatro Falcone Borsellino e all’Auditorium Mediterraneo, che attraverserà quindici anni di lavoro, quattro album e una vita intera di ricordi, trasformandoli in un racconto musicale dalle linee intime.

Tra chitarre, bouzouki, pianoforte e violino, Cristiano intreccerà il rispetto per l’opera paterna con la sua sensibilità, guidando il pubblico in un viaggio dove la poesia di Faber respirerà il presente, più viva che mai. «Questo tour - dice Cristiano - rappresenta il meglio di questi quattro lavori che ho dedicato a mio padre. Una selezione di 25 brani che tocca varie tematiche: dalla guerra, al sociale, alla politica, al potere fino all’amore. Ci sono tutti gli ingredienti per raccontare bene mio padre».

Fra poco arriverà a Zafferana Etnea, ai piedi dell’Etna. Qual è il suo rapporto con la Sicilia?

«Una terra che conosco bene, ci ho suonato molte volte. Il rapporto è meraviglioso, è un’Isola che amo, soprattutto per il cibo e la costa, sono le cose che mi attraggono di più».

Se le chiedessi un aneddoto che le fa sorridere quando pensa alla Sicilia?

«Quando vengo in Sicilia cerco sempre di fare una tappa a Trapani per mangiare il cous cous di pesce piccante. Adoro anche le sarde a beccafico e tante altre cose della cucina siciliana».

Suo padre ha raccontato un po’ la Sicilia, con brani come Don Raffae’ o La ballata dell’amore cieco…

«La Sicilia si è evoluta molto rispetto a un tempo. Direi che oggi c’è un’anima più vicina al pensiero che si era fatto mio padre....».

L'intervista completa sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale. 

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