
«Era già famoso da piccolo. Era conosciuto da tutti per questa sua tendenza di artista». Salvatore Portuso, classe '37, compagno di scuola e amico di Pippo Baudo, è pronto per l’ultimo saluto al suo compagno di infanzia.
«Dalla scuola media è stato sempre alto, direi che ha preso il volo - aggiunge - Se c'è una cosa da apprezzare è che lui non conosceva la presunzione e la superbia. Una persona di una signorilità immensa e sconfinata e di una cultura immensa. Con Pippo ci sentivamo spesso per motivi professionali perché io sono geometra e mi incaricò per una villetta in campagna. Ci sentivamo per l’andamento dei lavori. Quando veniva ci si incontrava sempre. E arrivando qui rimetteva i panni del militellese. Era affettuoso con tutti ed estroverso in maniera anche eccessiva. Conosceva tutti».
Gianni Di Pasquale, carabiniere in pensione, ha diversi ricordi di Pippo Baudo: «Mio suocero era compagno di infanzia di Pippo. Me lo raccontava sempre: un’amicizia rimasta per sempre, quando si incontravano si abbracciavano. Era sempre molto gioioso. Io assistevo a queste scene e quasi mi meravigliavo».
«Io ho avuto un contratto a tempo al comune, e in quel periodo era il 1986 ho fatto da guida alle persone che sono venute al matrimonio di Pippo Baudo con Katia Ricciarelli - aggiunge - Mi ricordo una persona distinta e disponibile. Quel giorno è stata una grande gioia. Quando lui era qui era sempre sorridente. Un comportamento che mi ha sempre colpito. Salutava tutti per strada fino ad arrivare alla piazza principale. Ma con affetto, come un amico. Una grande persona che ha dato tanto. Alle feste patronali faceva sempre offerte generose».
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