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Matrimoni, il settore è in crisi e i fotografi scendono in piazza a Catania

A quasi un mese dalla fine del lock down e dopo pochi giorni dall’ufficializzazione, da parte della Regione Siciliana, delle nuove regole per la riapertura dei matrimoni, che saranno valide fino al 31 luglio, torna a fare sentire la propria voce il movimento spontaneo “Italian Wedding Industry”, nato in Sicilia e che annovera 5 mila prestigiosi operatori del settore in tutta la nazione. Dopo tanti mesi di incertezze, che hanno causato l’annullamento di del 90% cerimonie e oltre mezzo miliardo già andato in fumo solo nell’Isola, adesso scendono in campo fotografi e videomaker, manifestando, la totale assenza di misure verso il comparto.

Sull’onda di un vero e proprio tsunami commerciale, infatti, ieri una fitta delegazione di fotografi siciliani, si è riunita ufficialmente in piazza Università a Catania. Ad ascoltare il loro grido d’aiuto, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, al quale i professionisti hanno presentato l’ennesima lettera, indirizzata al presidente Conte, al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e a tutti gli altri sindaci, nella quale si formalizza la reiterata richiesta di aiuto da parte di una delle classi lavorative maggiormente in difficoltà, che si è vista polverizzare il fatturato dell’intero anno solare 2020, a causa di tutti gli annullamenti delle prenotazioni e i posticipi.

“Noi fotografi, stiamo vivendo un momento ancora più difficile – dichiara Francesco Dispinzieri, tra i promotori della manifestazione “Il Fotografo” – rispetto ad alte categorie professionali, come i ristoratori o i negozianti che, seppur con tutte le difficoltà del caso, sono tornati alle loro attività. A causa del Coronavirus, tutte le prenotazioni dei servizi wedding 2020, sono state annullate o posticipate, e ciò comporterà che i nostri prossimi incassi avverranno nel 2022, dato che prima di consegnare gli scatti, trascorre circa un anno di post produzione. A ciò va aggiunto che, nell’ultimo anno, il numero di partite iva regolarmente registrate nel territorio è diminuito da 600 a 200, questo perché alcune delle attività, anche storiche, hanno dovuto chiudere i battenti, mentre altre hanno continuato ad esercitare in maniera abusiva. Una condizione di competenza sleale, che aveva già indebolito il mondo dei fotografi, facendoli partire da una condizione nera, ricevendo dal Coronavirus un vero e proprio colpo di grazia: ecco perché speriamo che le istituzioni ascoltino il nostro grido d’aiuto”.

“Farò tutto il possibile - dichiara Pogliese - per aiutare una delle categorie maggiormente penalizzate dalla pandemia, ma più in generale tutto il comparto wedding, che ogni anno determina fondamentali ricadute economiche sul territorio. Bisogna superare questa fase di stallo e tornare alla normalità. Anche i fotografi come gli operatori del settore turismo e degli eventi al momento sono i più sofferenti, e mi impegnerò affinché il governo, regionale e nazionale, con gli adeguati interventi, dia la giusta attenzione alla questione che è divenuta allarmante”.

 

 

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