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Catania, in Consiglio naufraga la protesta anti-tagli

Tra lunedì e ieri, per due volte troppe assenze al momento del voto su un documento dell’Anci. Messina: «Schiaffo al sindaco», Bottino «sorpreso»

CATANIA. Nell’Aula degli Assenti, ancora due sedute sono andate a vuoto. E per mancanza di numero legale è naufragato il Consiglio straordinario che avrebbe dovuto approvare il documento di protesta dell’Associazione Comuni-Anci Sicilia contro i tagli di Stato e Regione a spese degli enti locali.

Lunedì, ventidue presenti: sarebbero dovuti essere ventitre. Ieri, in seconda convocazione, appena diciassette — su diciotto necessari — e neppure tutti di maggioranza, malgrado il fatto che Enzo Bianco è il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e, quindi, il flop suona particolarmente sgradevole alle sue orecchie.
In assemblea, ieri, unico capogruppo del centrosinistra a rispondere all’appello della presidente Francesca Raciti è stato il «megafonista» Daniele Bottino. Che ammette di essere rimasto pure lui spiazzato: «Non mi aspettavo che non saremmo riusciti a raggiungere almeno diciotto presenze, sono sorpreso pure io. Io ho chiesto a tutti i colleghi di gruppo che ci fossero e il Megafono era al completo».

«Non so quali siano le motivazioni, ciascuno ha la propria — aggiunge il capogruppo — Forse, ritenendo che in seconda chiamata sarebbe stato necessario un minor numero di consiglieri, qualcuno ha pensato di non venire. O magari aveva impegni, perchè pensava che il documento sarebbe stato votato lunedì. Certo è un peccato che una città come Catania, a differenza di tante altre, non prenda posizione su una questione così delicata».
Stavolta come in passato, restano forti i sospetti di un ammutinamento occultato dietro un assenteismo di massa.

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