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Il ministro Nordio alla Camera: il governo ricorrerà in Cassazione contro l’ordinanza di Catania sui migranti

Al question time il responsabile della Giustizia ha assicurato che non c'è uno scontro con i giudici: «Nessuno mette in discussione il patrimonio dell’autonomia e indipendenza della magistratura»

Il governo ricorrerà in Cassazione contro l’ordinanza della giudice Iolanda Apostolico di Catania che ha annullato il trattenimento nei Cpr di quattro migranti. Lo ha annunciato al question time alla Camera il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Questo ministro - ha detto, parlando di sé in terza persona - è in perfetta sintonia con l’indirizzo della presidente del Consiglio, cioè perfettamente in linea con ciò che ha detto Meloni».

Poi, sulle tensioni di questi giorni, ha aggiunto: «Non mi pare che sia in atto uno scontro istituzionale o che le espressioni usate dalla presidente del Consiglio abbiano per oggetto uno scontro istituzionale. La magistratura è ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere come stabilito dalla Costituzione. Nessuno vuole mettere in discussione il patrimonio della sua autonomia e indipendenza». Il ministro ha affermato che a suo giudizio «la situazione è complessa, molto più di quanto possa essere riassunto nell’ordinaria polemica politica che ha connotati effervescenti. La stessa magistratura ha usato nei confronti del governo e del Parlamento espressioni non proprio pacifiste». Ad ogni modo, ha concluso Nordio, «nessuno vuole ripetere gli anni di piombo del conflitto tra politica e magistratura».

Sulla vicenda è intervenuto anche ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando con Sky: «Come ho già detto in merito a un altro caso che è andato di voga questa estate - ha detto -, quando uno ha il potere di restringere la libertà delle persone o usare la forza, non deve solo essere terzo , deve anche apparire terzo, deve apparire senza pregiudizi, senza preconcetti: questo vale per un generale dell’esercito, per un poliziotto e per un magistrato. Perché se sembriamo di parte si perde la fiducia verso le istituzioni che rappresentiamo».

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