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In Sicilia un cavo sottomarino per studiare la Terra

È stato installato dall'Ingv al largo di Catania a 2.000 metri di profondità, è lungo 21 chilometri. Indagherà sui disastri naturali, sugli oceani, sulle profondità marine e sui cambiamenti climatici

È stato installato al largo di Catania un innovativo cavo sottomarino per studiare in tempo reale la struttura della Terra, i disastri naturali, gli oceani, le profondità marine e i cambiamenti climatici. È lo Smart cable, un prototipo di cavo lungo 21 chilometri posto a 2.000 metri di profondità nel Mar Ionio da ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

«L’utilizzo di cavi di telecomunicazione sottomarini innovativi, ovvero equipaggiati con strumentazione geofisica e ambientale, rappresenta una soluzione per estendere le osservazioni ad aree marine mai raggiunte, per avere accesso in tempo reale alle osservazioni e per supportare gli studi sul clima, sugli oceani, sulla struttura della Terra e sui disastri naturali», ha detto Giuditta Marinaro, Responsabile dell’unità funzionale Ricerche multidisciplinari sulle interazioni Geosfera-Oceano-Atmosfera della Sezione Roma 2 dell’Ingv. Si tratta di Smart Cable, acronimo di Science Monitoring And Reliable Telecommunications, un cavo di circa 21 km, a 2000 metri di profondità, comunemente usato per le telecomunicazioni, equipaggiato con 3 ripetitori distanziati a 6 chilometri l’uno dall’altro in grado di misurare tutte le variabili ambientali e sismologiche.

Lo strumento è parte di una infrastruttura per la ricerca in ambiente marino profondo, gestita congiuntamente da Ingc e Istituto nazionale di fisica nucleare, ed è stato realizzato nell’ambito del progetto InSea, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. «L’applicazione di questa nuova tecnologia al monitoraggio dell’ambiente marino profondo del bacino occidentale dello Ionio contribuirà a migliorare le conoscenze sui cambiamenti climatici, gli effetti antropici e i rischi naturali che possono interessare quell’area», ha aggiunto Angelo De Santis, già ricercatore dell’Ingv e Coordinatore scientifico del Progetto InSea.

Nella foto il cavo a bordo dell'imbarcazione che lo ha trasportato al largo di Catania

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