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"Racconto la mia Sicilia surreale", debutta su Sky il docu-film della catanese Tea Falco

Citazione 'modificata' di un quadro di René Magritte per il titolo, 'Ceci n'est pas un cannolo', e soprattutto tanta voglia di raccontare la sua Sicilia in questo docu-film che passa oggi al Biografilm Fest di Bologna per poi andare su Sky Arte il 29 giugno alle 19.45.

L'attrice trentunenne catanese Tea Falco si è messa così per la prima volta dietro la macchina da presa per raccontare le tante voci della sua terra attraverso una serie di personaggi (esattamente venti) che danno libero sfogo alle loro opinioni: si va dal posteggiatore abusivo al trans, fino al poeta estemporaneo.

Ne esce fuori un docu-film, tra Ciprì e Maresco e 'N-Capace' di Eleonora Danco, con una chiara vena surreale per descrivere una terra in cui si respira allo stesso tempo l’anima di Luigi Pirandello, la tragedia greca e la cultura arabo-bizantina. "Facendo questo lavoro è come se avessi digerito la Sicilia", dice l'attrice nata come fotografa.

E aggiunge:

«Volevo fare un’analisi antropologica della Sicilia attraverso venti personaggi e il loro punto di vista sulle cose della vita. Il fatto è che la mia terra resta la culla del mondo, anche se oggi è molto cambiata. Rimane però in lei una grande naturalezza e una forte identità culturale. In Sicilia - aggiunge - ci sono meno regole e dunque più tolleranza e libertà».

Tra i monologhi di 'Ceci n'est pas un cannolo' pareri diversi sul fenomeno dei migranti, c'è chi è per l’accoglienza totale e chi vorrebbe solo buttarli in mare: «Penso che la terra sia di tutti - dice la Falco -. Non mi sento italiana, ma di appartenere all’universo. Le persone che emigrano hanno tutto il diritto di andarsene da un paese sfortunato e provare a vivere una vita migliore».

Sul tema delle molestie alle donne Tea Falco (alias Beatrice Mainaghi nella serie tv 1992 e nella futura 1993) ha le idee chiare, perché le ha subite in prima persona: «L'uomo per natura è un animale - dice - e quindi, tendenzialmente, cerca di sopraffare una donna. Le donne però che subiscono queste cose debbono subito denunciare chi le ha molestate. A me è successo quand’ero piccola. Un regista mi ha fatto delle avance e io me ne sono andata. Ero allora talmente piccola che non conoscevo le leggi, non sapevo che avrei potuto denunciarlo. Anche Asia Argento - ci tiene a dire poi l’attrice scelta da Bernardo Bertolucci come protagonista di Io e te - è stata vittima di queste cose e quando le sono successe era veramente piccola, una bambina, non si sapeva difendere. Lei è comunque una grande donna, è una grande artista e credo che tra molti anni sarà ricordata per il coraggio della sua denuncia».

La bellezza, comunque, non è sempre un vantaggio per un’attrice:

«Crea infatti un cliché che fa sì che ti propongano solo certi ruoli come, ad esempio, quello dell’amante. Gli uomini e le donne alla fine hanno la stessa anima - dice la Falco -. Esistono donne intelligenti e stupide, ma quello che per me fa la differenza è l’educazione».

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