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Religione, musica e arte: monsignor Staglianò e la Pop theology conquistano Bronte

La Pop theology conquista Bronte grazie a monsignor Antonio Staglianò. Il vescovo di Noto, apprezzato teologo, filosofo e pioniere di questa forma di teologia, ha partecipato al dibattito «Ricerca della verità tra ragione, fede e vita quotidiana» alla Pinacoteca Nunzio Sciavarrello di Bronte. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Salvo Fallica.

Il confronto con monsignor Staglianò è stato un viaggio nella Pop-Theology che ha coniugato filosofia, religione, scienza, musica e poesia. Il vescovo di Noto, infatti, è molto conosciuto anche per la sua capacità di divulgare il messaggio teologico e culturale attraverso l’arte della musica, un modo per rendere chiari i messaggi religiosi, etici e culturali.

Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, è intervenuto dicendo che «la fede è importante averla, per chi riesce ad averla, e che la ragione è importantissima». Il rettore del collegio Capizzi, monsignor Nunzio Capizzi, invece, si è soffermato sulla «responsabilità della fede», perché «il dono della fede si deve maturare», e ha concluso «sull’importanza della dimensione umana. Una dimensione che si fa carico delle domande essenziali dell’uomo».
Il presidente della Pinacoteca, Carmelo Indriolo, ha definito monsignor Staglianò, «una persona di straordinaria capacità e originale divulgatore, uomo di autentica fede. La cultura è la via maestra per la promozione umana», ha concluso.

Giuseppe Castiglione, da parte sua, ha detto: «Conosco la Pop theology, questo grande disegno culturale. La fede è cultura vissuta, partecipata, animata. Quella della Pop theology è una missione che si confronta quotidianamente con i tanti problemi che assillano il nostro mondo».

Monsignor Staglianò, poi, per novanta minuti, ha affascinato il pubblico, con il «linguaggio controintuitivo» della Pop-theology e la sua ricerca di Dio nelle «analogie che puoi trovare laddove meno te lo aspetti», dalla filosofia alla scienza, dalla letteratura alla religione, dalla poesia alla musica, perché «la ricerca della verità è un cammino continuo», ha concluso il vescovo-filosofo, che non ha mancato di evangelizzare cantando, accompagnato dalle note della sua chitarra.

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