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Cavalli da corsa, aranceti, società: sequestro a imprenditore della carne di Palagonia

Sottratti al commerciante e a persone a lui riconducibili beni per oltre un milione e mezzo di euro

I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un sequestro disposto dal Tribunale etneo, sezione misure di prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica di Caltagirone. Oggetto del sequestro i beni e delle disponibilità finanziarie riconducibili ad un noto imprenditore nel settore dell’importazione e rivendita di carne di Palagonia.

Nel corso dell’ultimo decennio l’imprenditore, segnalano gli investigatori senza fornirne il nome, ha costituito diverse società. «All’esito delle verifiche fiscali effettuate negli ultimi anni su di esse - affermano i finanzieri - è stata accertata una consistente evasione fiscale sia con riguardo alle imposte dirette, sia all’Iva dell’ordine di milioni di euro».

Il meccanismo fraudolento posto in essere dall’imprenditore è consistito nell’omettere tutti gli adempimenti imposti dalla normativa tributaria in materia di acquisti di beni da altri Stati Ue, al fine di non versare l’Iva dovuta sugli acquisti intracomunitari. In particolare, nella verifica fiscale che ha riguardato una delle ultime società utilizzate dall’imprenditore per l’attività commerciale è stata accertata un’evasione dell’Iva ammontante complessivamente a circa 500 mila euro, oltre che una consistente evasione in materia di imposta sui redditi.

Nei suoi confronti sono state svolte anche attività di polizia giudiziaria che lo hanno portato ad essere denunciato per diversi reati, tra i quali tentato omicidio e porto abusivo di armi. L’imprenditore risulta, inoltre, gravato da carichi pendenti per reati contro il patrimonio, reati tributari e bancarotta fraudolenta.

Il suo profilo, dicono le fiamme gialle, rende evidente la pericolosità sociale. Da qui l’operazione dei militari della compagnia della guardia di finanza di Caltagirone, che, sotto la direzione del procuratore Giuseppe Verzera, hanno avviato, nei confronti del commerciante e dei suoi familiari, mirate indagini patrimoniali volte a verificare la coerenza dell’asset patrimoniale e del tenore di vita condotto con i redditi dichiarati. Le indagini hanno riguardato il periodo compreso tra l’anno 2010, quando si è manifestata per la prima volta la pericolosità sociale dell’imprenditore di Palagonia, e l’anno 2021, riscontrando una notevole sproporzione, pari a circa 2 milioni di euro, tra le fonti di reddito dello stesso, del suo nucleo familiare e dei suoi conviventi e i beni acquisiti nello stesso arco temporale.

Pertanto, in forza delle disposizioni del codice antimafia, la procura della Repubblica di Caltagirone ha proposto al Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione, il sequestro dei beni di cui lo stesso risulta disporre anche per interposta persona. Il provvedimento di sequestro, scaturito dalla lunga attività d‘indagine patrimoniale espletata dalle fiamme gialle calatine, ha colpito infatti nove persone fisiche. Nella rete sono finiti cinque società di capitali (alcune operanti nel settore del commercio al dettaglio di carne, alcune nel settore dei trasporti su strada), nove fabbricati, terreni coltivati ad aranceto per un’estensione di oltre 2 ettari, quattro cavalli da corsa, autovetture e quote societarie, per un valore totale di oltre un milione e mezzo di euro.

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