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Il video del crollo al Tribunale di Catania: causa più probabile le infiltrazioni

Protestano i sindacati, invocando maggiore sicurezza per chi lavora nell'edificio e per gli avvocati

«C'erano state delle piccole infiltrazioni dovute a perdite dell’impianto di condizionamento, ma tutto era stato riparato, la situazione era nella norma»: lo dice l’ex presidente dei gip Nunzio Salpietro, commentando quanto avvenuto ieri e scoperto oggi al palazzo di giustizia di Catania: il cedimento di un solaio in una stanza del terzo piano. Un video girato nella cancelleria dell’ufficio del gip mostra come sono stati trovati i locali stamattina alla riapertura del tribunale.

Quella delle infiltrazioni resta l'ipotesi più probabile, anche se i vigli del fuoco stanno effettuando gli accertamenti tecnici necessari a stabilire le cause del cedimento con maggiori margini di certezza.

I sindacati

I sindacati intanto insorgono: «Le infiltrazioni, ben visibili, che sarebbero state la causa del crollo, sono di vecchia data; ragione per cui, anche in assenza di piogge consistenti, era probabile che si verificassero crolli come è poi effettivamente accaduto. I problemi sono più evidenti nel lato ovest e i lavoratori ora attendono istruzioni sul da farsi», affermano in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil di Catania annunciando come i tre sindacati della funzione pubblica - la Fp Cgil, la Fp Cisl e la Uil Pa - si apprestino a redigere un documento di richieste specifiche «affinché venga realmente garantita la sicurezza dei circa 50 dipendenti che operano giornalmente nell’area e delle decine e decine di avvocati e di utenti che la frequentano».

«La stagione invernale con le sue piogge deve ancora arrivare - dicono i segretari generali di Fp Cgil, Fp Cils e Uil Pa Concetta La Rosa, Danilo Sottile e Armando Algozzino - e già facciamo i conti con strutture che non garantiscono più l'incolumità di chi lavora negli spazi pubblici. Pensiamo che tutto questo non sia accettabile, che quanto accaduto non possa essere considerato solo un’amara sorpresa e che si sia già atteso troppo tempo prima che le istituzioni agissero concretamente. Chiediamo che venga fatta immediatamente una verifica complessiva dei locali e che ci vengano comunicate le soluzioni che s'intendono adottare affinché non si ripetano episodi simili».

L'Associazione magistrati

Dal canto suo l'associazione nazionale magistrati (Anm) auspica un incontro con il ministro della Giustizia sulla questione dell’edilizia giudiziaria. Quello della notte scorsa, sottolinea in una nota, «è solo l’ennesima dimostrazione dell’incuria in cui versano attualmente molti dei palazzi di giustizia. Una tragedia sfiorata a poche settimane dal crollo di una scaffalatura nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Bari e di parte del rivestimento esterno del Palazzo minorile di Venezia». Alla nota fa eco la giunta di Catania dell’Anm, che esprime «massima preoccupazione e vivo allarme per le condizioni in cui versano gli uffici giudiziari catanesi» ed invoca «opere di manutenzione ordinaria e straordinaria».

L'Ordine degli avvocati

Sul crollo interviene anche il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati etnei Rosario Pizzino. «Un incidente che non ci sorprende. Da anni - dichiara - denunciamo i problemi strutturali nel Palazzo di Giustizia. Adesso ci sarà da fare i conti con una serie di problemi organizzativi per gli uffici che si riverseranno inevitabilmente sull'intera struttura giudiziaria e su cittadini e difensori».

 

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