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Rissa con sparatoria davanti alla discoteca per il concerto negato a Niko Pandetta, 5 arresti a Catania

Sarebbero gli appartenenti a due opposte fazioni, una vicina al clan Mazzei, l’altra vicina al clan Cappello Bonaccorsi i partecipanti alla rissa degenerata poi in una sparatoria avvenuta nei pressi di della discoteca Ecs Dogana Club nella zona del porto di Catania per la quale stamane la Polizia di Stato ha arrestato cinque persone con le accuse, a vario titolo, di rissa e lesioni personali aggravati dall’uso di armi, detenzione e porto in luogo pubblico di più armi comuni da sparo.

Lo stop al concerto di Pandetta e la vendetta

Secondo quanto accertato la rissa - durante la quale in strada furono esplosi alcuni colpi di pistola che ferirono due persone, tra cui un minorenne - sarebbe stata un regolamento di conti tra persone vicine al clan Mazzei e persone vicine al clan Cappello Bonaccorsi raccolte attorno alla figura di Sebastiano Miano: cinque giorni prima, la notte tra il 16 e il 17 aprile, nel locale alcuni giovani ritenuti vicini al clan Mazzei avrebbero impedito al cantante neo-melodico catanese Niko Pandetta di esibirsi insieme ad un trapper che ne aveva richiesto la presenza sul palco. Nella concitazione il cantante neomelodico avrebbe pure spinto la fidanzata di uno dei ragazzi contigui ai Carcagnusi.

I nomi degli arrestati

Gli arrestati sono Sebastiano Miano, di 28 anni, Giuseppe Santo Patanè, di 26, Salvatore Danilo Napoli, di 20, Gabriele Gagliano e Gaetano Salici, entrambi di 19. A partecipare alla rissa sarebbero state numerose persone. Le armi usate sarebbero state due pistole: una calibro 7,65 e una calibro 40. Alcuni colpi sarebbero stati esplosi da Patanè ed avrebbero raggiunto Salici. Le indagini hanno permesso di delineare un’altra vicenda riconducibile al reato di maltrattamenti in famiglia da parte di Miano ai danni di una persona a lui vicina e quello di detenzione, porto di armi comuni da sparo e danneggiamento di autovettura: l’indagato per futili motivi avrebbe esploso un colpo di una calibro 38 sul cofano anteriore dell’auto di un parente.

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