La Lega alza ancora il tiro sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico. E ora ne chiede le immediate dimissioni. Ma sul video che riprende la magistrata e suo marito a una manifestazione del 2018 sui migranti, diffuso da Matteo Salvini, si accende lo scontro politico.
Il sospetto che quel filmato provenga dalla polizia e che dietro vi sia una sorta di «dossieraggio» allarma le opposizioni, che incalzano il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a dare spiegazioni anche su come sia finito nelle mani del vicepremier. Una prima risposta, in attesa di mercoledì prossimo, quando il titolare del Viminale sarà a un question time in Commissione Affari Costituzionali della Camera per rispondere alle interrogazioni, è arrivata dalla polizia. La questura di Catania ha fatto sapere che il video pubblicato «non risulta tra gli atti d’ufficio» relativi alla manifestazione e che nella relazione di servizio «non risulta menzionata la presenza della dottoressa Iolanda Apostolico né del marito».
Del caso si occuperà pure la procura di Roma. È l’effetto di un esposto annunciato da Angelo Bonelli in cui si ipotizza la violazione del segreto d’ufficio da parte di un pubblico ufficiale. Se fosse confermato che il video proviene dagli uffici della polizia di Stato, spiega il leader dei Verdi e deputato di Avs, «ci troveremmo di fronte ad un caso di rilevante gravità: un video di oltre 5 anni fa viene riesumato non ai fini di evidenziare reati, ma per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega».
E in questa giornata carica di tensione interviene anche la premier. «È legittimo chiedersi se qualcuno che partecipa a manifestazioni su quel tema, nel momento in cui decide, lo faccia con un pregiudizio o meno», dice Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda sul caso che sta agitando politica e magistratura, al termine del vertice informale di Granada. E poi liquida come «strumentale» la polemica sul dossieraggio sollevata dalle opposizioni: «Salvini non mi ha parlato del video», ma «era una manifestazione pubblica» e la giudice era lì, non c’è niente di «occulto».
La pensa così pure il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che si dice «dolorosamente stupito» che si parli di «invasività e addirittura dossieraggio» rispetto a «comportamenti pubblici». Il Guardasigilli sottolinea invece di ritenere «giusto» fare accertamenti sulla condotta della giudice per poter rispondere alle interrogazioni del centro-destra.
Anche Salvini torna a parlare della vicenda. Il caso della giudice «è motivo di grave imbarazzo per le istituzioni. Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgono buonsenso ed equilibrio», afferma in un post mattutino. Poi però è una nota della Lega a mettere il carico da novanta e a invocare le dimissioni della magistrata «per rispetto nei confronti di tutti gli italiani e delle istituzioni». Ma Apostolico sembra intenzionata a rimanere al suo posto: «Non chiederà mai di essere trasferita, ma continuerà a fare il proprio lavoro con serietà» anche perché «sarebbe come darla vinta» a chi sta riversando «montagne di fango» su di lei e la sua famiglia, riferisce la collega Marisa Acagnino. Né al tribunale di Catania si prende in considerazione l’ipotesi di destinarla ad altro incarico.
Intanto, l’opposizione passa all’attacco. «La caccia scatenata da Salvini alla persona della giudice Apostolico è davvero incredibilmente grave» e «la vicenda merita risposte, che il ministro Piantedosi deve dare. Come è uscito e da dove quel filmato? Chi lo ha confezionato? Esistono forse archivi dedicati?», chiedono i senatori del Pd Anna Rossomando e Walter Verini, annunciando un’interrogazione a Piantedosi, mentre Sandro Ruotolo evoca il dossieraggio e chiede l’intervento del Copasir. Analoghi gli interrogativi sollevati da Vittoria Baldino, vicepresidente del M5s e che saranno al centro di un’interrogazione al titolare del Viminale. «Come fa il ministro a essere entrato in possesso del video? È in corso una schedatura dei manifestanti? Viene usata per attività di dossieraggio? Per alimentare odio e rancore contro un magistrato che ha emesso un atto non gradito a questo governo?». E il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ribadisce il suo allarme: «La giurisdizione non può essere sottoposta a questo tipo di tensioni. Se la dottoressa Apostolico non avesse emesso tre provvedimenti sgraditi, forse nessuno si sarebbe occupato di quello che ha fatto 5 anni fa e questo mi preoccupa».
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