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Il video del giudice alla manifestazione di Catania: esposto del leader dei Verdi alla procura di Roma

Angelo Bonelli chiede ai magistrati di verificare se c'è stata diffusione di notizia segreta: «Come è arrivato il filmato nelle mani di Salvini»

Angelo Bonelli (foto di Fabio Frustaci/Ansa)

Il leader dei Verdi e deputato di Avs Angelo Bonelli (nella foto) ha depositato in procura un esposto riguardante il video sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico, diffuso dal ministro Salvini sui social, «affinché verifichi se vi sia stata violazione dell’articolo 326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati». Lo annuncia in un comunicato lo stesso Bonelli. L’articolo 326 del codice penale persegue la diffusione di notizie che devono rimanere segrete da parte di un pubblico ufficiale.

«Se fosse confermato che il video pubblicato dal senatore Matteo Salvini sia materiale proveniente dagli uffici della polizia di Stato - afferma Bonelli -, ci troveremmo di fronte ad un caso di rilevante gravità. Un video di oltre 5 anni fa viene riesumato non ai fini di evidenziare reati - perché se così fosse avrebbero dovuto essere perseguiti d’ufficio cinque anni fa - e nessun reato è stato commesso in quella manifestazione, ma per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega Matteo Salvini, con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione».

«I video e i verbali della Digos della polizia di Stato - prosegue Bonelli - non sono pubblici e sono sottoposti al segreto amministrativo e pertanto non sono accessibili a nessuno e tanto meno ad un ministro della Repubblica italiana. Qualcuno ci spiega come sia possibile che, a distanza di 5 anni, si riesca ad individuare in un video la presenza di una persona, che non ha precedenti penali, in una manifestazione?».

«Esiste - domanda ancora Bonelli - presso il ministero degli Interni una banca dati che cataloga i cittadini, anche incensurati, che hanno partecipato a manifestazioni o eventi, e che uso viene fatto di questi dati? Chi ha autorizzato l’eventuale consegna del video al senatore Matteo Salvini?».

«Abbiamo segnalato - prosegue il deputato di Avs - questi fatti alla Procura della Repubblica di Roma affinché verifichi se vi sia stata violazione dell’articolo 326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati».

«C’è un clima che non ci piace, con un uso di atti riservati dello Stato da parte di esponenti della governo per alimentare uno scontro politico nel paese. È capitato anche con la vicenda del sottosegretario Delmastro. Se fosse confermata la provenienza del video dalla polizia di Stato sarebbe un fatto di una gravità inaudita», conclude.

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