Il congresso della ripartenza. Lo ha ribattezzato così, il professor Francesco Basile, nel dare il via al 123° Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia, in programma a Catania fino al 29 settembre 2021. Platea piena, nel pieno rispetto delle regole sanitarie per il contenimento della pandemia e numerose le autorità sul palco, presenti alla cerimonia di inaugurazione, ieri pomeriggio alle Ciminiere.
«Dopo un anno e mezzo in cui sono stati rinviati circa 400 mila interventi di chirurgia generale e in cui le liste di attesa si sono allungate a dismisura, finalmente partiamo - ha detto Basile, presidente del Congresso -. Dobbiamo recuperare e questo è un momento importante per parlare di tecnologia, per confrontarci tra noi e con le nuove generazioni, reso possibile anche grazie a chi ci è stato accanto: Comune, Regione, Università e tutti coloro che hanno lavorato intensamente per rendere tutto questo possibile».
Di tecnologie applicate alla chirurgia, oltre che di importante momento di riflessione sul futuro della professione, ha parlato Luigi Piazza, copresidente del Congresso, che si è soffermato sulle grandi personalità presenti durante la quattro giorni. «Sarà dato ampio spazio a tutte le discipline chirurgiche - ha detto - ma soprattutto avremo modo di confrontarci con i migliori chirurghi d’Italia che porteranno il contributo della propria esperienza».
Sul valore della formazione si è soffermato il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo: «Questo congresso è anche un riconoscimento alla scuola catanese che ha tradizioni antiche e importanti - ha dichiarato -. Adesso dobbiamo guardare al futuro, andare oltre la pandemia e cercare di capire davvero come, con la tecnologia, si possa riuscire ad andare oltre, ad innovare per il bene di tutti. Dalla crisi si esce con la competenza e con la ricerca e innovazione. E Unict è pronta, ma occorrono nuovi investimenti. In campo formativo abbiamo implementato del 25% il numero degli studenti di Medicina e, inoltre, grazie agli sforzi del ministero e della Regione, raddoppiato il numero degli specializzandi».
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha evidenziato la ricaduta importante dell’evento non solo su Catania ma su tutta la Sicilia. «Godiamoci la presenza di centinaia di chirurghi che conferisce grande autorevolezza a questa città e a questa isola nel momento della ripresa e della ripartenza - ha evidenziato Musumeci -. Grazie quindi al professore Basile e al professore Piazza per averci portato questo evento».
Della grande opportunità per la città di Catania ha invece parlato il sindaco Salvo Pogliese. «Questo evento - ha sottolineato il primo cittadino - segna la ripartenza e non soltanto in campo medico. Siamo felici e orgogliosi di poter ospitare la 123º edizione del congresso della società di chirurgia all’interno di una splendida location, le Ciminiere, rimessa a nuovo con uno sforzo organizzativo immane da parte della Città metropolitana e da parte degli organizzatori che ringrazio sinceramente».
L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha sottolineato lo sforzo messo in campo dalla Regione per affrontare l’emergenza sanitaria. «Quando i giorni della pandemia hanno chiamato alla difficoltà della scelta su cosa si dovesse fare, la nostra Regione, merito de professionisti che operano nel sistema sanitario, è stata quella che meno di tutte ha chiuso le attività ordinarie», ha detto l’assessore Razza, ricordando anche l’aumento importante di posti letto in terapia intensiva, passati dai 350 iniziali agli oltre 700 di oggi. «Ecco perché è importante questo momento ed è significativo», ha aggiunto.
L'intervento conclusivo è stato riservato a Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute e chirurgo. «Finalmente un congresso in presenza, grazie al contenimento della pandemia e all’introduzione del green pass, alle vaccinazioni e ai tamponi - ha detto -. È un momento importante in cui i chirurghi si confrontano dopo un anno e mezzo che ha visto il momento della chirurgia duramente colpito non solo in termini di decessi ma anche di attività chirurgiche diminuite in tutta Italia. Servirà adesso un piano straordinario di recupero di tutte queste attività».
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