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Regolamento «dehors», tensione in Consiglio comunale a Catania

CATANIA. Alla vigilia del dibattito consiliare sul regolamento dei «dehors» — gli spazi esterni dei pubblici esercizi — dall’opposizione parte un «affondo» con una nota a firma di Maurizio Mirenda. L’esponente autonomista di Grande Catania attacca la giunta Bianco e il presidente della commissione Commercio, il consigliere di Articolo 4 Ludovico Balsamo: «Per questa amministrazione — scrive Mirenda — l’imprenditore è un peso e non una risorsa da tutelare». Su Balsamo, invece, dichiara: «Nonostante le mie pressanti richieste, negli ultimi mesi il presidente della commissione Commercio non ha ancora convocato il dirigente alla Sovraintendenza e la direzione alla Viabilità». Mirenda annuncia anche una protesta in Aula perchè «l’avvocato Petino (Marco Petino, responsabile della Direzione Affari Legali, ndr) non si è mai presentato per dare parere legale sulle varie questioni presenti nella delibera». Replica Ludovico Balsamo: «La Sovrintendenza è stata ascoltata in sede di conferenza dei servizi. Mirenda dovrebbe sapere che non è una Partecipata del Comune e, quindi, non può essere destinataria di una convocazione. Non mi va, comunque, di polemizzare con Mirenda. La commissione in questi mesi ha realizzato tutti i passaggi necessari per l'esame dell’atto. Su Petino, ad ogni modo, il collega ha ragione. Non s’è presentato per tre volte, con varie motivazioni».

Nel suo comunicato Maurizio Mirenda afferma ancora: «L’occupazione del suolo pubblico da parte dei bar e ristoranti può diventare una risorsa per l’economia cittadina. Una situazione compresa da tutti, meno che da chi amministra questa città. Da tempo denuncio il clima di grande difficoltà in cui la commissione, di cui faccio parte, svolge il proprio operato. Un lavoro ostacolato sistematicamente dai pareri che arrivano dalla Sovraintendenza e dalle varie direzioni di competenza». «Questi organi — prosegue il rappresentante di Grande Catania — mettono paletti di ogni tipo, che hanno il solo effetto di impedire a migliaia di imprenditori di questa città di essere messi nelle migliori condizioni in cui lavorare. L’istallazione esterna di strutture amovibili potrebbero creare le condizioni per gli esercenti di incrementare e valorizzare la propria attività, con la conseguente possibilità di avere anche nuovi posti di lavoro. L’amministrazione deve prendere atto di questa situazione e semplificare la parte burocratica, che attualmente spaventa chiunque voglia presentare qualsiasi progetto di riqualificazione». Mirenda contesta Sovraintendenza e Direzione Viabilità: «Hanno posto vincoli al regolamento, come l’occupazione del sedime stradale. Mi riferisco alle attività che non dispongono di ampi marciapiedi, circa il 60 per cento degli esercenti».

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