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La Humanity a Catania con 35 profughi a bordo: «Non ripartiamo finché non sbarcano tutti»

«Un pool di avvocati sta seguendo la posizione legale dei 35 profughi rimasti a bordo della nave Humanity 1. Non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale». Lo afferma Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana, sul molo 25 del porto di Catania. Il parlamentare ha convocato i giornalisti per parlare della situazione. Dalla nave, con 179 migranti a bordo, è stato consentito lo sbarco solo a 144 persone. Trentacinque restano a bordo: sono tutti adulti maschi e senza problemi medici. Per loro il decreto del governo non prevede lo sbarco.

La conferma è arrivata dalla stessa ong. «Oggi il nostro capitano Joachim Ebeling - ha riferito la ong Sos Humanity - è stato contattato dalle autorità affinché lasci il porto con i 35 sopravvissuti. Il nostro capitano ha risposto alla email e ha spiegato che che non può farlo e che rimarremo qui assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati».

«Lanciamo un appello - afferma dal canto suo Aboubakar Soumahoro, - al presidente della Repubblica in quanto garante della nostra Costituzione: non si può permettere in un contesto democratico che sia l’utilizzo della Carta come un campo da ping pong. Noi non lo consentiremo, mai».

Mentre sul molo 25 del porto di Catania è attraccata la nave Humanity 1 e presto arriverà anche la Geo Barents, Soumahoro insiste: «Chi sbarca in Italia sbarca in Europa, in Europa non si può dire che i confini italiani sono europei, ma poi quando sbarcano naufraghi i confini sono solo italiani. Ma il governo deve uscire anche dalle sue contraddizioni: o sta con Orban o dall’altra parte. Salvini è stato tra quelli che non ha sostenuto il cambiamento del Regolamento di Dublino».

«Siamo di fronte - aggiunge - alla caccia alle streghe, gli ebrei ne sanno molto e i neri ne sanno ancora molto, ma soprattutto lo sanno molto bene oggi chi vive processi di discriminazione. La loro colpa è di parlare un’altra lingua, di avere un altro colore e che qui si è deciso di non parlare di bollette, disoccupazione e Mezzogiorno, ma si è deciso di utilizzare l’arma della distrazione di massa utilizzando i corpi degli esseri umani». Il parlamentare denuncia l’assenza di mediatori culturali e di psicologi a bordo della nave durante l’ispezione.

Da Roma è intervenuto il segretario del Pd Enrico Letta con un tweet: «Il carico residuale e lo sbarco selettivo. Linguaggio inaccettabile per scelte a Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali. #Humanity1». «È in atto - ha detto invece il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni - una violazione del diritto internazionale. Chiederemo che il ministro Piantedosi venga a riferire in Parlamento».

«Siamo ancora qui - ha detto il senatore del Pd Antonio Nicita, che si trova a Catania. - dopo una lunga notte. Ci sono ancora ragazzi pakistani che siccome stanno bene secondo le nuove direttive del governo dovrebbero ripartire con la nave per essere eventualmente identificati nel paese associato alla bandiera della nave Ong. Ma la nave ha attraccato, e secondo le vigenti regole internazionali, gli stranieri vanno fatti scendere per essere identificati e valutarne eleggibilità asilo. Intorno alle 7 siamo saliti sulla nave con l’on. Soumahoro, perché un ragazzo è collassato e si è ripreso dopo lungo massaggio cardiaco. Abbiamo chiamato un’ambulanza perché vi erano molte auto polizia e carabinieri ma nessuna ambulanza. Dopo venti minuti il ragazzo è stato trasportato in ospedale. Ci guardano, piangono. Ci dicono che possono scendere perché stanno bene, anche se in realtà sono esausti. Non hanno capito la logica perversa della direttiva del governo. E noi non riusciamo a spiegargliela. Il comandante aspetta. Ma di certo non ripartirà».

La Procura di Catania intanto ha aperto un’inchiesta sulla possibile presenza di scafisti su nave Humanity 1. Le indagini della squadra mobile mirano ad individuare eventuali componenti dell’equipaggio delle due barche soccorse dalla Ong nel Mediterraneo.

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