«Sono stati accolti la nostra ricostruzione e i nostri dubbi sulle parti ancora oscure, dovuti per noi ai tanti “non ricordo” e alla tendenza a mentire dell’indagata»: la Procura di Catania commenta in questo modo la decisione del gip Daniela Monaco Crea, che ha convalidato il fermo di Martina Patti, la giovane mamma accusata di avere ucciso la propria figlioletta di nemmeno 5 anni, Elena Del Pozzo , con 11 coltellate, una delle quali letale, ed emesso nei confronti della ragazza un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio premeditato pluriaggravato ed occultamento di cadavere.
Effettuata sul corpo della piccola l’autopsia, e restituita la salma al padre, è stata fissata la data dei funerali. Saranno celebrati mercoledì prossimo, alle 17, nella Cattedrale di Catania, dall’arcivescovo metropolita Luigi Renna.
Intanto, stamane a Mascalucia, il paese in cui abitavano Martina e la figlia (i genitori erano sono separati), i carabinieri hanno eseguito rilievi con un drone nella zona dove è stato trovato il corpo della bimba e nell’area, non lontana, della casa nella quale viveva con la mamma. Nel pomeriggio i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Catania e del Ris di Parma hanno eseguito un sopralluogo nell’abitazione e gli accertamenti sono stati estesi a un perimetro più vasto del luogo del ritrovamento del cadavere, a circa seicento metri dall’abitazione, in una campagna abbandonata. L’obiettivo è stabilire esattamente dove è stato commesso l’omicidio.
Tra gli aspetti che è stata chiamata a chiarire l’autopsia eseguita ieri, il fatto che Elena Del Pozzo possa essere stata sedata e per questo motivo che tra gli accertamenti richiesti dalla Procura ai medici legali c'era anche l’esame tossicologico.
La mamma 23enne, che ha confessato di aver ucciso la figlioletta, è in carcere a Catania guardata a vista. Il suo legale, in occasione dell’udienza di convalida, ha detto che «non è serena».
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