Ha ribadito durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di aver ucciso la figlioletta Elena, 5 anni, da sola e nel posto dove è stato trovato il cadavere della bimba, in un campo, Martina Patti, 23 anni, accusata dell’omicidio premeditato pluriaggravato della figlia e dell’occultamento del cadavere. La ragazza però davanti al gip Daniela Monaco Crea ha accompagnato la sua ricostruzione «con molti "non ricordo" sulla dinamica che sembrano pretestuosi» dice la Procura di Catania, che ora attende «l’esito degli accertamenti tecnici, già sollecitati, e quelli dell’autopsia» effettuata oggi pomeriggio nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Dall’esame autoptico potrà forse arrivare qualche elemento utile a far luce su alcuni punti non chiari della vicenda, a cominciare dall’arma del delitto, che non è stata ancora trovata, e al luogo nel quale è stata uccisa la bambina, un campo di sterpaglie molto vicino alla villa dove madre e figlia abitavano.
Intanto, secondo indiscrezioni, la bimba sarebbe stata portata nel campo abbandonato e poi infilata in un sacco nero. A quel punto sarebbe stata colpita a morte con un coltello. Sul luogo dove era stato nascosto il corpicino qualcuno ha lasciato una bambola di pezza, un cuscino a forma di cuore con un messaggio alla bambina, e un mazzo di fiori. Un sopralluogo degli investigatori è in programma nei prossimi giorni nella villetta dove la ragazza viveva con la figlia. Il Gip si è riservata la decisione sia sulla convalida del fermo che sull’emissione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna. La decisione dovrà essere depositata entro domani (18 giugno). Stamane (17 giugno) l’avvocato dell’indagata, Gabriele Celesti, entrando in carcere, sebbene incalzato dai cronisti, non aveva voluto dire cosa le avesse detto la sua assistita durante una videochiamata ieri, quando l’aveva trovata «molto provata e scossa dallo stato di detenzione. Quando parla della figlia è travolta dall’emozione e piange. Ha confermato che vuole collaborare con gli inquirenti», aveva detto il legale.
Stamattina (17 giugno) ha detto che Martina Patti «non è in uno stato d’animo sereno». Non ha voluto dire se la ragazza ha risposto alle accusa dell’ex compagno, che in una lettera ieri l’aveva definita ‘un mostrò aggiungendo che l’uccisione «non è stato un raptus, ma un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare». L’uomo, Alessandro Del Pozzo, aveva parlato di «un delitto crudele e premeditato». All’uscita dal carcere il legale ha detto che la sua assistita «ha risposto alle domande“ aggiungendo che «i punti oscuri saranno oggetto di approfondimento investigativo anche alla luce delle dichiarazioni che sono state fatte».
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